Nuovo caso di crociera saltata nei Caraibi L’ultima a fermarsi è stata
la “Legend”, uno dei bastimenti di punta della compagnia. E c’è chi
sospetta che non sia solo la sorte
Non c’è due senza tre, è il caso di dire. La sorte sembra essersi accanita senza alcun riguardo nei confronti di Carnival, il colosso americano delle crociere, che in poco più di un mese ha visto tre delle sue imbarcazioni trovarsi in panne o in difficoltà, e per questo costrette ad annullare i tour tra le coste caraibiche. C’è già chi parla di maledizione, anche perché gli ultimi due episodi si sono verificati l’uno dall’altro a distanza di un giorno. Ultima in ordine cronologico ad essere vittima della sorte, ma forse non solo di quella iniziano a sospettare in molti, è la «Legend», uno dei bastimenti di punta della Carnival Cruise Lines. Un problema tecnico ha infatti depotenziato uno dei suoi propulsori riducendo di molto la velocità di crociera.
Così la nave ha dovuto annullare la tappa alle isole Grand Cayman e far rotta direttamente verso Tampa, in Florida dove è attesa per domenica. Il guasto si è verificato venerdì mattina quando la nave si trovava a metà di una crociera iniziata proprio da Tampa domenica scorsa, e che includeva tappe in Messico e alle Grand Cayman. Vacanza finita per i quasi tremila passeggeri che ora stanno facendo ritorno, a velocità rallentata, verso la Florida. Il fuori programma è stato mal digerito dagli ospiti della nave, i quali saranno rimborsati dei cento dollari della gita a terra prevista tra le bellezze naturali dei paradisi caraibici (naturali oltre che fiscali), e avranno un sconto del 50% su una futura prenotazione. Il punto è capire chi se la sentirà di prenotare di nuovo una vacanza itinerante con Carnival, visto che solo un paio di giorni fa, un’altra nave della flotta, la «Dream», ha dovuto fare i conti con un’avaria a uno dei generatori di bordo, mentre si trovava nei pressi dell’isola di St. Marteen. Vacanza finita anche per i quasi quattromila passeggeri a bordo costretti a sopportare condizioni di navigazione pesanti, a livello igienico a causa dell’impossibilità di smaltire rifiuti e usare toilette, prima di sbarcare. Il rimpatrio è avvenuto con voli in partenza dall’isola caraibica, oltre che l’offerta di una tariffa a metà prezzo a chi se la sentirà ad avventurarsi con una nuova crociera Carnival. Perché per molti si tratta ormai di sfidare la sortem visto che il tratto di mare compreso tra Florida, America centrale e Caraibi si sta trasformando in una sorta di triangolo delle Bermuda per la flotta del colosso americano delle crociere.
La maledizione di Carnival, infatti, ha avuto come prima vittima la «Triumph» finita in avaria per colpa di un incendio scoppiato a bordo, mentre era al largo delle coste messicane. Le fiamme si sono sviluppate nella cabina motore ed hanno lasciato la nave alla deriva per giorni, con gli oltre quattromila passeggeri costretti a vivere in condizioni di estremo disagio, senza luce né acqua corrente. L’incubo è durato cinque giorni, sino a quando il bastimento, trainato dai rimorchiatori, è riuscito ad approdare al porto di Mobile, in Alabama. Dopo quell’episodio il gruppo Carnival ha deciso di avviare una revisione della sua intera flotta, ma a quanto sembra con risultati non esattamente soddisfacenti. Qualcuno, invece, ritiene che la maledizione affonda le sue radici altrove e a tempi non sospetti, almeno per gli Usa, ovvero a quel 13 gennaio 2012, quando la Costa Concordia, società italiana controllata del gruppo Carnival, si incagliò davanti alle coste del Giglio, causando la morte di 32 persone.
Fonte: LaStampa.it
la “Legend”, uno dei bastimenti di punta della compagnia. E c’è chi
sospetta che non sia solo la sorte
Non c’è due senza tre, è il caso di dire. La sorte sembra essersi accanita senza alcun riguardo nei confronti di Carnival, il colosso americano delle crociere, che in poco più di un mese ha visto tre delle sue imbarcazioni trovarsi in panne o in difficoltà, e per questo costrette ad annullare i tour tra le coste caraibiche. C’è già chi parla di maledizione, anche perché gli ultimi due episodi si sono verificati l’uno dall’altro a distanza di un giorno. Ultima in ordine cronologico ad essere vittima della sorte, ma forse non solo di quella iniziano a sospettare in molti, è la «Legend», uno dei bastimenti di punta della Carnival Cruise Lines. Un problema tecnico ha infatti depotenziato uno dei suoi propulsori riducendo di molto la velocità di crociera.
Così la nave ha dovuto annullare la tappa alle isole Grand Cayman e far rotta direttamente verso Tampa, in Florida dove è attesa per domenica. Il guasto si è verificato venerdì mattina quando la nave si trovava a metà di una crociera iniziata proprio da Tampa domenica scorsa, e che includeva tappe in Messico e alle Grand Cayman. Vacanza finita per i quasi tremila passeggeri che ora stanno facendo ritorno, a velocità rallentata, verso la Florida. Il fuori programma è stato mal digerito dagli ospiti della nave, i quali saranno rimborsati dei cento dollari della gita a terra prevista tra le bellezze naturali dei paradisi caraibici (naturali oltre che fiscali), e avranno un sconto del 50% su una futura prenotazione. Il punto è capire chi se la sentirà di prenotare di nuovo una vacanza itinerante con Carnival, visto che solo un paio di giorni fa, un’altra nave della flotta, la «Dream», ha dovuto fare i conti con un’avaria a uno dei generatori di bordo, mentre si trovava nei pressi dell’isola di St. Marteen. Vacanza finita anche per i quasi quattromila passeggeri a bordo costretti a sopportare condizioni di navigazione pesanti, a livello igienico a causa dell’impossibilità di smaltire rifiuti e usare toilette, prima di sbarcare. Il rimpatrio è avvenuto con voli in partenza dall’isola caraibica, oltre che l’offerta di una tariffa a metà prezzo a chi se la sentirà ad avventurarsi con una nuova crociera Carnival. Perché per molti si tratta ormai di sfidare la sortem visto che il tratto di mare compreso tra Florida, America centrale e Caraibi si sta trasformando in una sorta di triangolo delle Bermuda per la flotta del colosso americano delle crociere.
La maledizione di Carnival, infatti, ha avuto come prima vittima la «Triumph» finita in avaria per colpa di un incendio scoppiato a bordo, mentre era al largo delle coste messicane. Le fiamme si sono sviluppate nella cabina motore ed hanno lasciato la nave alla deriva per giorni, con gli oltre quattromila passeggeri costretti a vivere in condizioni di estremo disagio, senza luce né acqua corrente. L’incubo è durato cinque giorni, sino a quando il bastimento, trainato dai rimorchiatori, è riuscito ad approdare al porto di Mobile, in Alabama. Dopo quell’episodio il gruppo Carnival ha deciso di avviare una revisione della sua intera flotta, ma a quanto sembra con risultati non esattamente soddisfacenti. Qualcuno, invece, ritiene che la maledizione affonda le sue radici altrove e a tempi non sospetti, almeno per gli Usa, ovvero a quel 13 gennaio 2012, quando la Costa Concordia, società italiana controllata del gruppo Carnival, si incagliò davanti alle coste del Giglio, causando la morte di 32 persone.
Fonte: LaStampa.it
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