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Seatrade Miami Cantieri navali, salto nel buio dopo il 2015

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  • Seatrade Miami Cantieri navali, salto nel buio dopo il 2015

    Miami Beach - “Concordia” o meno, l’industria delle crociere tira dritto. Ma per i cantieri le prospettive sono nere. Ancora martedì, a margine dell’incontro generale sulla situazione dell’industria, al quale hanno partecipato gli “executive” delle maggiori società di settore, il vicepresidente del gruppo Carnival, Howard Frank, ha riconfermato la sua fiducia nei confronti del managenent della compagnia genovese, presentandosi tra l’altro con lo stemma di Costa sul bavero: «Non l’ho più tolto dal caso Concordia».

    La tragedia ha fatto perdere prenotazioni alle compagnie europee, ma in America, dove in questi giorni sta andando in scena il Cruise Shipping Miami, la maggiore fiera di settore, è stato detto che le prenotazioni stanno tenendo, anche se i prezzi si stanno progressivamente abbassando. Un fenomeno che tuttavia viene da lontano, con una perdita di valore del biglietto medio del 15% nell’arco di quattro anni.

    Diversa è la situazione per quanto riguarda invece il fronte delle costruzioni navali. Come è stato illustrato ieri nel corso dell’Outlook sul settore, la cantieristica ancora non vede il punto di svolta. Nessuno ancora si azzarda a staccare assegni per nuove commesse, mentre come dice Gustave Brun Lie, della società di analisi Rss Plautou, i prezzi per la realizzazioni di nuove navi potrebbero abbassarsi «di un certa cifra» nel corso del 2012, perché nell’arco di due anni il prezzo dell’acciaio è sceso del 20%, quello per i motori del 10%, l’euro continua a mantenere un rapporto di cambio costante nei confronti del dollaro e la produttività degli impianti è cresciuta generalmente del 1,5% a fronte di una crescita del costo del lavoro del 2%. Alla domanda se di fronte a questi scenari si può essere ottimisti, i cantieri navali come gli armatori rispondono invariabilmente di sì, ma sembra ottimismo di facciata.

    Ancora nessuno, infatti, ha calato l’asso delle nuove commesse. Così, come illustrato da Timio Sustio, top manager di Stx Europe, gli ordini si fermano al 2015, quando la sua azienda, così come Fincantieri e Meyer Werft avranno esaurito le loro commesse, e rimarranno solamente poche decine di migliaia di tonnellate in cantieri europei minori. Inoltre, in questo momento, non solo per il quadro economico incerto, manca la “molla” per le nuove commesse, l’idea innovativa: sempre Sustio ricorda come, guardando le specifiche delle ultime navi ordinate in Europa, le dimensioni (circa 150 mila tonnellate) e in generale la loro conformazione sia molto simile, indipendentemente dal cantiere che le costruisce.

    Lo stesso presidente di Fincantieri, Corrado Antonini, ha posto tra i punti chiave per il settore nei prossimi anni «l’innovazione del disegno e della configurazione delle navi, per il quale è necessaria una forte collaborazione con gli armatori». Ma Antonini ha anche ricordato che nuovi prototipi possono significare anche un aumento dei costi per l’armatore. Se il mondo delle costruzioni è in difficoltà, quest’anno la svolta potrebbe verificarsi invece nell’ambito delle riparazioni navali. Sia Royal Caribbean, sia soprattutto il gruppo Carnival – che frequentemente effettua operazioni di refitting in Italia – contano nei prossimi due anni di investire in questo campo: non solo per motivi di aggiornamento della flotta, ma anche per questioni legate alla normativa. Da qui al 2020 esiste un lungo casellario di appuntamenti con la normativa europea e internazionale. Norme più stringenti vengono richieste sia per le emissioni, ma anche – cosa meno nota ai non intenditori – una revisione dei trattamenti delle acque, oltre che la sostituzione di alcune parti meno visibili della nave, come il bulbo a prua, per ridurre l’attrito con l’acqua.

    http://shippingonline.ilsecoloxix.it/p/ ... ieri.shtml
    ??? Erika ??? Moderatrice Globale di Crocierista.com
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