Ecco come ci si comporta quando una persona vuole sfogarsi nei confronti di tutti i giornalisti e non che sparano a zero solamente per vendere giornali o aumentare i telespettatori!!
Ad averne di persone come lui!!
Il terzo ufficiale di macchina della Concordia, Claudio Losito, fratello dell'assessore comunale: "Non è vero che non c'erano ufficiali, io senza divisa ho salvato 150 persone. Tantissimi bambini sono passati dalle mie braccia, anche due alla volta"
"Ormai è tutto un reality show"; "noi siamo pagati per fare una vita orribile, lontano dalle famiglie per quattro, cinque, mesi; abbiamo pesanti responsabilità, e oggi dobbiamo sentire tutto ciò che viene dichiarato in tv? Non si può sopportare tutto questo. Io sto soffrendo per quanto accaduto e sta avvenendo attorno a me". A una settimana di distanza dalla tragedia al largo dell'Isola del Giglio, alcuni componenti l'equipaggio di Costa Concordia rompono il silenzio per rispondere all'immagine dello staff che viene fuori dai racconti dei sopravvissuti. E' il caso di Claudio Losito, terzo ufficiale di macchina della nave 'Concordia', fratello dell'assessore all'Istruzione del Comune di Bari, Fabio, che la notte del naufragio ha postato su twitter le sue paure.
"Io ho voglia di buttarmi tutto alle spalle - racconta - è stata una tragedia. I giornalisti continuano a dircene di tutti i colori in televisione". Losito è sfiduciato: "Vedendo 'Porta a porta' mi è venuto un dolore allo stomaco. E io - racconta - non voglio avere nulla a che fare con voi. E' uno schifo quello che sta succedendo. Uno schifo mediatico. Su di noi dell'equipaggio si generalizza. Fino a oggi pomeriggio si è detto che non c'eravamo a bordo. E, invece, solo noi sappiamo quello che abbiamo vissuto e quello che abbiamo fatto per salvare la gente". "Le persone - ha aggiunto - continuano a umiliarci, alcune delle quali non hanno mai messo piede su una nave e non hanno idea di come si svolga la vita a bordo. Tutto - continua Losito - è stato fatto con criterio in quelle condizioni. Nessuno ha apprezzato che sono state salvate 4mila persone. Tutto è diventato un gioco per la televisione. Dalla disgrazia bisogna trarre anche gli aspetti positivi: le persone che si sono salvate sono tornate a casa grazie ad altre che hanno fatto il proprio dovere a cominciare dall'equipaggio finendo, poi, a chi è giunto in nostro soccorso".
"La vita a bordo non è quella del bello di turno. Le persone hanno visto il Titanic e pensano che tutti i componenti dell'equipaggio debbano girare in divisa. Ma non è così quando si è a riposo. Non lo sanno, ad esempio, che un macchinista, a bordo, esce con la tuta bianca se c'è un'emergenza da risolvere. Io quel giorno ero in tuta. Non avevo i gradi addosso. Ero un ufficiale che in quel momento faceva il suo dovere e in tv c'è chi continua a dire che non si vedevano ufficiali a bordo durante l'emergenza". Losito non riesce a trattenere il suo sfogo. "Anche noi - continua - abbiamo avuto paura. Io sono provato. Avevo la bocca asciutta per la paura, ma ho tratto in salvo circa 150 persone. Io mi sono assunto la responsabilità di imbarcare sulla lancia bambini e donne. Tantissimi bambini sono passati tra le mie braccia, anche due alla volta, che poi consegnavo alle madri. Io mi sono fatto male alla schiena durante l'imbarco. Si sono buttati a valanga sulla lancia. Anche io avevo paura. Ma ho fatto il mio dovere guidando la lancia nel porto. E io non posso sentirmi dire che non c'eravamo".
Losito ha spiegato che a bordo il personale con i gradi non arrivava alle 50 unità. Ma tutto l'equipaggio è addestrato per gestire le emergenze senza alcuna distinzione. "La nave stava affondando. Io - aggiunge Losito - ho la coscienza pulita. Io c'ero. La gente, però, crede più alla tv che a me".
Ad averne di persone come lui!!
Il terzo ufficiale di macchina della Concordia, Claudio Losito, fratello dell'assessore comunale: "Non è vero che non c'erano ufficiali, io senza divisa ho salvato 150 persone. Tantissimi bambini sono passati dalle mie braccia, anche due alla volta"
"Ormai è tutto un reality show"; "noi siamo pagati per fare una vita orribile, lontano dalle famiglie per quattro, cinque, mesi; abbiamo pesanti responsabilità, e oggi dobbiamo sentire tutto ciò che viene dichiarato in tv? Non si può sopportare tutto questo. Io sto soffrendo per quanto accaduto e sta avvenendo attorno a me". A una settimana di distanza dalla tragedia al largo dell'Isola del Giglio, alcuni componenti l'equipaggio di Costa Concordia rompono il silenzio per rispondere all'immagine dello staff che viene fuori dai racconti dei sopravvissuti. E' il caso di Claudio Losito, terzo ufficiale di macchina della nave 'Concordia', fratello dell'assessore all'Istruzione del Comune di Bari, Fabio, che la notte del naufragio ha postato su twitter le sue paure.
"Io ho voglia di buttarmi tutto alle spalle - racconta - è stata una tragedia. I giornalisti continuano a dircene di tutti i colori in televisione". Losito è sfiduciato: "Vedendo 'Porta a porta' mi è venuto un dolore allo stomaco. E io - racconta - non voglio avere nulla a che fare con voi. E' uno schifo quello che sta succedendo. Uno schifo mediatico. Su di noi dell'equipaggio si generalizza. Fino a oggi pomeriggio si è detto che non c'eravamo a bordo. E, invece, solo noi sappiamo quello che abbiamo vissuto e quello che abbiamo fatto per salvare la gente". "Le persone - ha aggiunto - continuano a umiliarci, alcune delle quali non hanno mai messo piede su una nave e non hanno idea di come si svolga la vita a bordo. Tutto - continua Losito - è stato fatto con criterio in quelle condizioni. Nessuno ha apprezzato che sono state salvate 4mila persone. Tutto è diventato un gioco per la televisione. Dalla disgrazia bisogna trarre anche gli aspetti positivi: le persone che si sono salvate sono tornate a casa grazie ad altre che hanno fatto il proprio dovere a cominciare dall'equipaggio finendo, poi, a chi è giunto in nostro soccorso".
"La vita a bordo non è quella del bello di turno. Le persone hanno visto il Titanic e pensano che tutti i componenti dell'equipaggio debbano girare in divisa. Ma non è così quando si è a riposo. Non lo sanno, ad esempio, che un macchinista, a bordo, esce con la tuta bianca se c'è un'emergenza da risolvere. Io quel giorno ero in tuta. Non avevo i gradi addosso. Ero un ufficiale che in quel momento faceva il suo dovere e in tv c'è chi continua a dire che non si vedevano ufficiali a bordo durante l'emergenza". Losito non riesce a trattenere il suo sfogo. "Anche noi - continua - abbiamo avuto paura. Io sono provato. Avevo la bocca asciutta per la paura, ma ho tratto in salvo circa 150 persone. Io mi sono assunto la responsabilità di imbarcare sulla lancia bambini e donne. Tantissimi bambini sono passati tra le mie braccia, anche due alla volta, che poi consegnavo alle madri. Io mi sono fatto male alla schiena durante l'imbarco. Si sono buttati a valanga sulla lancia. Anche io avevo paura. Ma ho fatto il mio dovere guidando la lancia nel porto. E io non posso sentirmi dire che non c'eravamo".
Losito ha spiegato che a bordo il personale con i gradi non arrivava alle 50 unità. Ma tutto l'equipaggio è addestrato per gestire le emergenze senza alcuna distinzione. "La nave stava affondando. Io - aggiunge Losito - ho la coscienza pulita. Io c'ero. La gente, però, crede più alla tv che a me".
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