Passa anche attraverso l’attivazione di due monoboe off-shore per l’ormeggio delle petroliere che devono scaricare il greggio lo spostamento a mare dello stabilimento genovese di Fincantieri di Sestri Ponente. La riorganizzazione, che vede inoltre una riqualificazione urbanistica funzionale delle aree lasciate da Fincantieri è frutto del lavoro di un anno di un Tavolo tecnico che ha portato alla firma di un verbale d’intesa siglato ieri sera dal Comune di Genova, dalla Provincia, dall’Autorità portuale, dalla Regione, da Fincantieri, da Porto Petroli e da Eni. Si punta ora a sottoscrivere l’accordo di programma, dopo l’analisi dei ministeri, entro il 2009 e ad effettuare gli investimenti (per i quali si auspicano risorse nazionali) e le realizzazioni entro il 2012.
Il contenuto del verbale d’intesa è stato illustrato stamani in una conferenza stampa dal sindaco di Genova Marta Vincenzi e dal presidente del Porto Petroli Maurizio Maugeri. In sostanza Fincantieri andrebbe ad occupare il lato a Levante del pontile Delta del Porto Petroli che non dovrebbe diminuire neppure di una tonnellata il greggio movimentato grazie all’attivazione di due monoboe off-shore. A garantire la possibilità di coesistere delle due realtà sarebbe una fascia di sicurezza, le cui caratteristiche dovranno essere ora valutate dagli organi competenti. Sulla base di calcoli storici, i due punti di attracco (che dovrebbero operare in contemporanea) garantirebbero un traffico di 100-120 navi all’anno per 9 milioni di tonnellate di greggio, circa il 40% dell’intero traffico del Porto Petroli, che ammonta a 19-20 milioni di tonnellate annue. «Chiaro tuttavia - ha osservato Maugeri - che la tecnologia delle monoboe può mantenere l’ormeggio delle navi in condizioni meteo-marine cattive ma resta impossibile ormeggiare in quelle condizioni».
Per la localizzazione delle realizzazioni che riguardano il Porto Petroli, per un ammontare stimato in circa 50 milioni di euro, si guarda ora ad una monoboa messa fuori esercizio nel 1996 (quando fu interrotto il traffico delle raffinerie tedesche) e l’isola inghiottita dalla mareggiata del 30 ottobre. Per quanto riguarda lo spostamento a mare di Fincantieri per un investimento stimato in 200 milioni di euro, l’obiettivo è quello di «rafforzare il cantiere afffinché vi si possano costruire anche due navi in contemporanea e diventi così un modello di efficienza», ha osservato Vincenzi. «L’intera operazione dovrà essere condotta in modo contestuale. Si tratta di un intervento di rafforzamento della città portuale che non pensa solo al porto dei container ma anche al porto-fabbrica», ha sottolineato il sindaco che ha osservato anche come le due monoboe non ipotechino eventuali decisioni future relative al Porto Petroli. Nelle aree lasciate libere da Fincantieri si prevede invece di effettuare una riqualificazione in una «riorganizzazione funzionale» da Sestri Ponente a Multedo, con la realizzazione di un parco, un polmone verde (di cui si parla nel Piano Regolatore) «che ponga una distanza, anche simbolica, tra la parte residenziale e quella industriale».
Fonte shippingonline
Il contenuto del verbale d’intesa è stato illustrato stamani in una conferenza stampa dal sindaco di Genova Marta Vincenzi e dal presidente del Porto Petroli Maurizio Maugeri. In sostanza Fincantieri andrebbe ad occupare il lato a Levante del pontile Delta del Porto Petroli che non dovrebbe diminuire neppure di una tonnellata il greggio movimentato grazie all’attivazione di due monoboe off-shore. A garantire la possibilità di coesistere delle due realtà sarebbe una fascia di sicurezza, le cui caratteristiche dovranno essere ora valutate dagli organi competenti. Sulla base di calcoli storici, i due punti di attracco (che dovrebbero operare in contemporanea) garantirebbero un traffico di 100-120 navi all’anno per 9 milioni di tonnellate di greggio, circa il 40% dell’intero traffico del Porto Petroli, che ammonta a 19-20 milioni di tonnellate annue. «Chiaro tuttavia - ha osservato Maugeri - che la tecnologia delle monoboe può mantenere l’ormeggio delle navi in condizioni meteo-marine cattive ma resta impossibile ormeggiare in quelle condizioni».
Per la localizzazione delle realizzazioni che riguardano il Porto Petroli, per un ammontare stimato in circa 50 milioni di euro, si guarda ora ad una monoboa messa fuori esercizio nel 1996 (quando fu interrotto il traffico delle raffinerie tedesche) e l’isola inghiottita dalla mareggiata del 30 ottobre. Per quanto riguarda lo spostamento a mare di Fincantieri per un investimento stimato in 200 milioni di euro, l’obiettivo è quello di «rafforzare il cantiere afffinché vi si possano costruire anche due navi in contemporanea e diventi così un modello di efficienza», ha osservato Vincenzi. «L’intera operazione dovrà essere condotta in modo contestuale. Si tratta di un intervento di rafforzamento della città portuale che non pensa solo al porto dei container ma anche al porto-fabbrica», ha sottolineato il sindaco che ha osservato anche come le due monoboe non ipotechino eventuali decisioni future relative al Porto Petroli. Nelle aree lasciate libere da Fincantieri si prevede invece di effettuare una riqualificazione in una «riorganizzazione funzionale» da Sestri Ponente a Multedo, con la realizzazione di un parco, un polmone verde (di cui si parla nel Piano Regolatore) «che ponga una distanza, anche simbolica, tra la parte residenziale e quella industriale».
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