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Quaranta chilometri di distanza, due mondi diversi. La “competizione” tra Genova e Savona nasce sulla carta nel lontano 1996, ma all’atto pratico il gioco si è fatto duro solo all’inizio degli anni Duemila. Precisamente, alla fine del 2003. L’anno in cui Costa aprì il Palacrociere nel cuore del vecchio porto di Savona, dicendo addio alla Superba e portando le sue navi all’ombra del Priamar.
All’epoca, per Genova fu una mazzata. Il business delle crociere aveva da poco cominciato la sua crescita vorticosa, trainato in Italia proprio da Costa, che in sostanza stava sdoganando il prodotto, facendolo uscire dalla nicchia in cui si trovava. La Festival, altra società cliente di Genova, era coinvolta in uno dei crac più clamorosi della storia delle crociere. Certo, c’era Msc. Ma l’armatore Gianluigi Aponte - un “big” nel settore merci - aveva rilevato i resti della flotta Lauro solo due anni prima, e il suo progetto di costruire una compagnia crocieristica era solo all’inizio.
La battaglia tra i due porti è tutta scritta nei numeri. Se a Savona nel ’99 i crocieristi erano circa 90 mila, Genova poteva contare su una base di 569 mila persone all’anno.
Gli effetti del passaggio di Costa a Savona, si vedono nel 2004: col nuovo Palacrociere in funzione, arrivano 530 mila persone. Genova invece dimezza le sue quote: 287 mila crocieristi. Negli anni successivi, la mega-struttura di Savona (un investimento da oltre 10 milioni di euro) continua a macinare record. Genova si rifà con Msc, ma i problemi strutturali che deve affrontare sono tanti. La convivenza con i traghetti, i dragaggi per cui non arrivano mai i permessi. Poi, a partire dal 2007, i lavori cominciano anche sotto la Lanterna. Ma nello stesso anno Savona parte con i cantieri per realizzare il terzo accosto, mentre Costa ha già chiesto all’Autorità portuale più spazio ancora, con la realizzazione di un ulteriore porto satellite.
Intanto a Genova vengono completati i dragaggi - una questione che ha creato numerosi mal di pancia a Msc, che comunque negli ultimi due anni ha fatto del porto il punto di partenza per le sue navi più grandi. L’obiettivo, sempre più esplicito, è andare a intaccare l’impero di Costa.
Partendo proprio dalla città che ha visto nascere e crescere la compagnia della “C”, e nella quale ancora si conserva il suo quartier generale.
Morale, nel 2009 Genova ha chiuso a 671 mila passeggeri, mentre Savona ha terminato l’anno a quota 770 mila. Con una differenza. Genova ha incrementato le quote rispetto al 2008. Savona invece ha perso terreno. E quest’anno, dopo quasi un decennio, la Superba si avvia al sorpasso: a Genova il primo semestre 2010 si è chiuso a 359 mila passeggeri. Savona, è a 338 mila. Chi non è appassionato di porto, si chiederà perché Costa ha lasciato Genova per Savona. Per capirlo, bisogna fare un passo indietro, fino al 1995.
Quando l’allora commissario del porto, Fabio Capocaccia, decise di non concedere alla compagnia dei comignoli gialli un terminal dedicato a Genova. Al tempo, i maligni dissero che si trattava di una scelta dettata da Grandi Navi Veloci. Che, lontana dalla crisi in cui versa oggi, era una compagnia fresca di fondazione, per la quale si prevedeva una forte crescita, e quindi una grande necessità di spazi per i suoi traghetti. D’altro canto Costa, non ancora rilevata dagli americani di Carnival, non sembrava in grado di portare grandi profitti al porto e alla città. L’anno dopo, nel 1996, l’allora presidente dell’Autorità di Savona, Giuseppe Sciutto, colse la palla al balzo. E offrì alla compagnia tutto lo spazio che voleva.
Così, Savona divenne il porto di Costa. Genova, seppur con più fatica, sta diventando il porto di tutti gli altri.
http://shippingonline.ilsecoloxix.it/p/ ... assa.shtml
All’epoca, per Genova fu una mazzata. Il business delle crociere aveva da poco cominciato la sua crescita vorticosa, trainato in Italia proprio da Costa, che in sostanza stava sdoganando il prodotto, facendolo uscire dalla nicchia in cui si trovava. La Festival, altra società cliente di Genova, era coinvolta in uno dei crac più clamorosi della storia delle crociere. Certo, c’era Msc. Ma l’armatore Gianluigi Aponte - un “big” nel settore merci - aveva rilevato i resti della flotta Lauro solo due anni prima, e il suo progetto di costruire una compagnia crocieristica era solo all’inizio.
La battaglia tra i due porti è tutta scritta nei numeri. Se a Savona nel ’99 i crocieristi erano circa 90 mila, Genova poteva contare su una base di 569 mila persone all’anno.
Gli effetti del passaggio di Costa a Savona, si vedono nel 2004: col nuovo Palacrociere in funzione, arrivano 530 mila persone. Genova invece dimezza le sue quote: 287 mila crocieristi. Negli anni successivi, la mega-struttura di Savona (un investimento da oltre 10 milioni di euro) continua a macinare record. Genova si rifà con Msc, ma i problemi strutturali che deve affrontare sono tanti. La convivenza con i traghetti, i dragaggi per cui non arrivano mai i permessi. Poi, a partire dal 2007, i lavori cominciano anche sotto la Lanterna. Ma nello stesso anno Savona parte con i cantieri per realizzare il terzo accosto, mentre Costa ha già chiesto all’Autorità portuale più spazio ancora, con la realizzazione di un ulteriore porto satellite.
Intanto a Genova vengono completati i dragaggi - una questione che ha creato numerosi mal di pancia a Msc, che comunque negli ultimi due anni ha fatto del porto il punto di partenza per le sue navi più grandi. L’obiettivo, sempre più esplicito, è andare a intaccare l’impero di Costa.
Partendo proprio dalla città che ha visto nascere e crescere la compagnia della “C”, e nella quale ancora si conserva il suo quartier generale.
Morale, nel 2009 Genova ha chiuso a 671 mila passeggeri, mentre Savona ha terminato l’anno a quota 770 mila. Con una differenza. Genova ha incrementato le quote rispetto al 2008. Savona invece ha perso terreno. E quest’anno, dopo quasi un decennio, la Superba si avvia al sorpasso: a Genova il primo semestre 2010 si è chiuso a 359 mila passeggeri. Savona, è a 338 mila. Chi non è appassionato di porto, si chiederà perché Costa ha lasciato Genova per Savona. Per capirlo, bisogna fare un passo indietro, fino al 1995.
Quando l’allora commissario del porto, Fabio Capocaccia, decise di non concedere alla compagnia dei comignoli gialli un terminal dedicato a Genova. Al tempo, i maligni dissero che si trattava di una scelta dettata da Grandi Navi Veloci. Che, lontana dalla crisi in cui versa oggi, era una compagnia fresca di fondazione, per la quale si prevedeva una forte crescita, e quindi una grande necessità di spazi per i suoi traghetti. D’altro canto Costa, non ancora rilevata dagli americani di Carnival, non sembrava in grado di portare grandi profitti al porto e alla città. L’anno dopo, nel 1996, l’allora presidente dell’Autorità di Savona, Giuseppe Sciutto, colse la palla al balzo. E offrì alla compagnia tutto lo spazio che voleva.
Così, Savona divenne il porto di Costa. Genova, seppur con più fatica, sta diventando il porto di tutti gli altri.
http://shippingonline.ilsecoloxix.it/p/ ... assa.shtml
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